mercoledì 5 marzo 2014

RENZI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

La disoccupazione è al 12, 9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobSAct”. Queste le parole di Renzi di fronte ai dati allarmanti che riguardano la disoccupazione in Italia, come diffuso dall’ Istat lo scorso 28 Febbraio. Al Palazzo pertanto sono in preparazione i documenti che porterebbero ad una riforma del lavoro. Nello specifico il Jobs Act, come sembra, andrebbe a toccare tre punti: l’ introduzione di un sussidio universale della durata massima di due anni, a favore di tutti i lavoratori, anche quelli precari, esclusi dalla Aspi e Mini Aspi della Fornero, con almeno alle spalle 3 mesi di contributi versati. Un altro punto del Jobs Act sarà la Garanzia Giovani, per gli under 25, in modo da portare offerte di lavoro o di formazione, ai giovani disoccupati o appena usciti dalla scuola; infine il terzo punto riguarderà i contratti a tempo indeterminato a tutele progressive. Fin qui nulla di strano, se non fosse che i dati riguardanti la disoccupazione nel paese crescono di mese in mese da prima che Mister Stai Sereno salisse al Colle. Pertanto viene da chiedersi se finora non gli fosse giunta notizia della cosa, e se così fosse, come sia stato possibile. Oppure, vive al di fuori della realtà, come Alice nel paese delle meraviglie? La disoccupazione allarmante vige nel nostro paese dal 2012, quando il tasso saltò dall’ 8, 4% al 10, 7%, raggiungendo il dato più elevato dall’inizio degli anni 2000! Anche all’ interno di Palazzo Chigi si mormora sull’originalità o meno della riforma proposta dal segretario del Pd. Alfano, in un’ intervista al Messaggero, si auspica che non sia la “same old soup”, ovvero la solita vecchia minestra (ndr e neanche riscaldata). In attesa che la proposta venga completata, tempi previsti per metà marzo, tutti si chiedono, dal M5S a Scelta civica, se il rottamatore riuscirà a reperire i fondi per attuare ciò che si è auspicato. Dal nostro punto di vista, siamo in attesa di proposte concrete e realizzabili, e non di puri “intenti”. Mutuando le parole di una nota canzone, verrebbe da cantare “ Ma Renzi Renzi non lo sa, che sarebbe proprio lui da rottama’...” 

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